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Prin 2005 :La collegialità del Governo, la promozione ed il coordinamento del Presidente del Consiglio nell‘attuale ordinamento e nelle prospettive di riforma costituzionale

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Titolo specifico del programma svolto dall´Unità di Ricerca

Testo italiano

Primo Ministro e indirizzo politico di governo a livello comparato tra sovranita´ popolare, efficienza e garanzia nei Paesi dell´Unione europea e alla luce delle principali riforme istituzionali. Verifica dell´esistenza di una dinamica comune verso standard simili, anche se non omologanti, di efficienza, di garanzia e di un ruolo equivalente dei Primi Ministri rispetto all´indirizzo politico e delle prospettive che ne conseguono.

Testo inglese

Prime Minister and political direction of government at comparative level in terms of popular sovereignty, efficiency and guarenteeing of rights/institutions in the countries af the European Union considering the main innovations. Assestment of whether there might be any common trend towards similar standards, even if not wholly convergent, of efficiency, guaranteeing of rights, and an equivalent role of the Prime Ministers as regars their political direction, and of the ensuing perspective

Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca

IUS/21 - Diritto pubblico comparato

IUS/08 - Diritto costituzionale

IUS/09 - Istituzioni di diritto pubblico

Parole chiave

Testo italiano

PRIMO MINISTRO

GOVERNO

RESPONSABILITA´

CORTI COSTITUZIONALI

FONTI DEL DIRITTO

REVISIONE COSTITUZIONALE PARTITI

FEDERALISMO

Testo inglese

PRIME MINSTER

GOVERNMENT

ACCOUNTABILITY

CONSTITUCIONAL COURTS

SOURCES OF LAW

CONSTITUCIONAL CHANGES

PARTIES

FEDERALISM

Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

Testo italiano

A partire in particolare dagli anni ´20 e ´30 dello scorso secolo gli ordinamenti democratici sono stati investiti da una vasta serie di trasformazioni che hanno riguardato sia le istituzioni sia il contesto in cui esse sono inserite e da cui sono innervate (partiti politici e loro ideologia, sindacati e forze sociali in genere). Per un verso il potere si è concentrato, attraverso forme di collegamento tra il suffragio universale, il ruolo dei partiti in Parlamento e la costruzione di coalizioni stabili di governo per la legislatura guidate da leaders di partito. Per altro verso si è diffuso o ha conosciuto nuove forme di contrappeso istituzionale: dalla creazione di Stati decentrati con forti prerogative delle unità locali all´ampio riconoscimento del ruolo degli organi di giustiza costituzionale ai vincoli sempre più puntuali nei confronti delle revisioni costituzionali all´uso frequente dei referendum popolari. La dottrina ha attivamente, anche se non univocamente, accompagnato queste evoluzioni, in alcuni casi anche anticipandole. Alla fine degli anni ´20, soprattutto in ambito tedesco, ha cercato, rispetto alla crisi dello Stato liberale, nell´indirizzo politico un nuovo principio unitario dell´azione statale con contributi quali, tra gli altri, quelli di Schmitt e Smend. La dottrina italiana degli anni Trenta e Quaranta, da Mortati a Lavagna, ha cercato di individuare nell´indirizzo politico un momento logicamente prioritario e necessario rispetto alle tradizionali funzioni dello Stato. Quelle riflessioni per alcuni versi erano legate alle forme di Stato autoritario prevalse negli anni´ 20 e ´30, ma per altri coglievano irreversibili trasformazioni di fondo legate alla crisi definitiva del tradizionale Stato liberale monoclasse. La costitutiva ambiguità di tali dottrine ha generato una complessa polemica dottrinale sulla natura esistenziale o normativa dell´indirizzo, che ha lasciato tracce in tutti i maggiori Autori, i quali, anche quando hanno scelto il filone più incline al dato normativo, hanno tenuto presente la complessità dei fenomeni soggiacenti, parlando di "volontà armonica e coerente fatta valere da uno o più soggetti in funzione del conseguimento di un fine" (Martines), cosa che comporta anche un´indagine estesa alla verifica delle "condizioni dell´effettività" dell´indirizzo stesso (Piovani) Mentre la realtà dell´evoluzione delle democrazie medio-grandi si dirigeva verso un nuovo equilibrio tra un ruolo marcato dei Primi Ministri (dentro il Governo e in raccordo col corpo elettorale attraverso i partiti politici) e nuovi assetti policentrici centrali (Corti costituzionali, autorità indipendenti, ecc.) e territoriali (nuovi Stati federali o a regionalismo forte). Per un verso una spinta verso una "monarchia repubblicana", già individuata da Mirkine-Guetzhévitch dagli anni ´20 come un passaggio indispensable per le democrazie moderne, e per alto a un "indirizzo mite", articolato intorno a vari contropoteri sia in senso orizzontale sia verticale. La tendenza verso questi nuovi equilibri ha riguardato, sia pur parzialmente e contraddittoriamente anche il nostro Paese soprattutto dagli anni ´90, mentre in precedenza era rimasto sostanzialmente ai margini di tali sviluppi. Per altri versi, in senso opposto,l´altra transizione costituzionale che ha segnato una forte discontinuità interna allo Stato democratco di diritto, quella francese, ha sollevato problemi relativamente ad eccessi di concentrazione di potere non ben temperati. I punti più delicati di analisi a livello comparato investono oggi:

la formazione dell´indirizzo politico di Governo in sede elettorale, di fronte alla crisi dei partiti e alla difficoltà di individuare con chiarezza i termini di un mandato politico;

il suo successivo articolarsi nell´indirizzo espresso in sede parlamentare attraverso gli atti tipici di tale sede, dal rilievo delle mozioni di fiducia e sfiducia, della questione di fiducia, di interrogazioni e interpellanze, delle inchieste politiche e legislative, delle evoluzioni nel sistea delle fonti;

il ruolo del Primo Ministro all´interno dell´esecutivo sia rispetto al proprio partito sia rispetto alla struttura del Governo, con particolare riferimento alla nomina e alla revoca dei ministri;

il rilievo dell´indirizzo politico costituzionale fatto valere, a conferma o come argine nei confronti dei Governi, da parte dei Capi di Stato, eletti o no a suffragio universale, in particolare rispetto alla nomina e alla revoca dei Governi e dalle Corti costituzionali, in particolare con sentenze che superano in diversi casi la tradizionale ritrosia verso le questioni di rilievo prettamente politico;

i freni all´indirizzo politico governativo da parte di indirizzi divergenti dei governi territoriali, anche con le eventuali conseguenze nell´attività delle seconde Camere esressione di logiche federalistiche.

Testo inglese

Since the ´20s and the ´30s of the last century in particular, democratic orders ha been attacked by a huge series of transformations affecting both institutions and the context in which the latter exist and which embodies them (politicaL parties and their ideology, trade unions and social forces in general). On the one hand, there has been a concentration of power, through various links between universal suffrage, the role of the parties in Parliament and the construction of stable government coalitions for legislature under the guidance of party leaders. On the other hand, new forms of institutional checks and balances have been discovered or become more widespread: these range from the creation of more devolved States, with local governments enjoying strong powers, to the widespread recognition of the role of the organs of constitutional justice and the frequent use of referendums. Such evolutions have always been actively accompanied by doctrine, though not always univocally, and in some cases it has even anticipated them. At the end of the ´20s, especially in the area of Germany, the doctrine of Schmitt and Smend, among others, sought - in reaction to the crisis of the liberal State - a new uniting principle of State action in its political direction. Italian doctrine of the ´30 and ´40, from Mortati to Lavagna, sought to identify in political direction a moment of logical priority and necessity compared to the State´s traditional functions. These reflections were in some respects concerned with the forms of autoritarian State prevailing in the ´20 and the ´30s, but in other respects they captured irreversible basic transformations linked to the definitive crisis of the traditional, liberal one-class State. The underlying ambiguity of such doctrines generated a complex doctrinal polemic regarding the existential or normative natue of direction, which left its traces in all the main authors, who, even when they opted for the strand more inclined to the normative datum, still took account af the complexity of the underlying phenomena, citing "harmonic and cherent will brought to bear by one or more subjects as part of the achieving of a goal" (Martines), which also requires an extensive study in order to assess the "conditions of effectiveness" of the direction itself (Piovani). But the medium-large democracies were in reality evolving towards a new balance between a marked role for the Prime Ministers (both within government and connecting with the electorate through the political parties) and new polycentric frameworks, both central (Constitutional Courts, independent authorities etc) and local (new federal States, or strong regionalism). On the one hand, there was a drive towards a "republican monarchy", already identified by Mirkine-Guetzévitch from the ´20s on as an indispensible phase for modern democracies, and on the other towards a "mild direction", ordered around various counter-powers, both in a horizontal sense and in a vertical one. This tendency towards new forms of equilibrium has also affected Italy, albeit in a partial and contradicory manner, especially from the ´90s onwards. In other respects, the other constitutional transition wich has brought about a sharp discontinuity in the democratic rule of law of French origin has raised problems of insufficiently tempered excesses of concentration of power. The most delicate points of comparative analysis currently regard: -the formation of the political direction of government during elections, in view of the crisis of the parties and the difficulty of the clearly identifying the terms of a political mandate; -its subsequent development into the direction expressed in Parliament through the acts typical of that seat, from the monitoring of votes of confidence and no-confidence, the very question af confidence, question-time and interpellations, political and legislative enquiries, evolutions in the sistem of law sources; -the role of th Prime Minister within the executive, both with respect to his own party and with respect to the scructure of the government, with particular reference to the appointment and dismissal of ministers; -the monitoring of the constitutional political direction endorsed by Heads of State, whether or not the latter have been elected by universal suffrage, especially as regards the appointment and dismissal of governments and Constitutional Courts, and in particular in the case of sentences which in various cases have overcome the traditional reluctance to rule in questions of distinctly political significance; -the brakes on a government´s poltical direction embodied by the divergent directions of local government´s, and also the consequences of the activity of any second chambers instituted as an expression of drives toward federalism.