A nome della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Roma “La Sapienza” porgo il saluto ai relatori ed ai partecipanti a questo Convegno in memoria di Nino Freni.
Siamo al CNEL , ma in realtà questo sembra un convegno organizzato in Facoltà . Non se abbia a male Glauco Nori , che rappresenta la parte dell’Avvocatura dello Stato , ma Antonio Marzano,Giuliano Amato , Franco Bassanini , Marco D´Alberti sono o sono stati tutti docenti della Facoltà che presiedo e lo stesso Freni ,dagli inizi degli anni 2000, è stato per tre anni professore a contratto presso l’insegnamento di Diritto del lavoro di Roberta Bortone .
Detto questo , Freni non è stato certo un accademico . Lui stesso si sarebbe offeso se qualcuno glielo avesse detto , ma - senza alcun dubbio - egli ha tenuto a battesimo istituzionale molti accademici e molti alti funzionari dell’amministrazione proprio perché è stato un raffinato giurista , che ha agito nel foro e nelle istituzioni sapendo apprezzare la cultura accademica non polverosa .
Avvocato dello Stato ,con una forte vocazione nei confronti dei valori , Nino Freni è stato giurista con una duplice origine e non contraddittoria . Da un lato egli è stato partecipe della scuola di Francesco Santoro Passarelli , che nel secondo dopoguerra ha ricostituito il diritto del lavoro su severe basi civilistiche , al di là delle origini barassiane dello stesso ed in contrasto con il passato corporativo ; dall´altro ha fornito una intensa collaborazione a Gino Giugni , divenendo partecipe di un nuovo modo di fare diritto del lavoro più aperto agli influssi internazionali ed alle relazioni industriali .
In particolare negli anni Sessanta Freni ha vissuto il momento topico del riformismo di centro-sinistra .Coetaneo di Giugni e di Federico Mancini, come Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero del lavoro egli ha fornito un contributo importante alla trasformazione del Paese. Con il Ministro Giacomo Brodolini ,durante il primo governo Rumor (1968-69) ,impostò alcune fondamentali riforme nel mondo del lavoro: il superamento delle gabbie salariali, la ristrutturazione del sistema previdenziale e l´elaborazione dello Statuto dei lavoratori ,che poi vennero definiti dal Ministro Donnat Cattin . Da quell’intensa esperienza uscì il primo commento allo Statuto dei lavoratori in collaborazione con Gino Giugni, che in quegli anni era stato la mente delle innovazioni prospettate .
Sarebbe lungo e non è mio compito ricostruire la vicenda di Freni all’interno delle istituzioni . Egli faceva parte di quel piccolo gruppo di alti funzionari che controllano il flusso tra politica ed amministrazione e che rappresentano la continuità dello Stato , al di là delle fibrillazioni politiche . Mi ricordo di averlo incontrato la prima volta nel 1983 come Capo dell’Ufficio legislativo della Presidenza del consiglio , di cui era sottosegretario Amato) e rimasi impressionato dalla capacità di comando e dalla lucidità nel controllo della situazione .
Negli anni seguenti Freni è stato ,tra l’altro, al Ministero del Tesoro (con Amato ) e molte volte alla Funzione pubblica (proprio con Bassanini ).
Per circa quaranta anni Nino Freni ha rappresentato soprattutto un anello di raccordo indispensabile tra politica ed amministrazione .La ricerca sulla sua biografia, ancora poco conosciuta all’esterno della cerchia degli amici e dei colleghi, potrebbe sottolineare un elemento importante per la valutazione del suo contributo . Lo stiamo facendo nell’ambito di una ricerca Prin sull’importanza degli staff ministeriali di diretta collaborazione ,che sta censendo gli stessi nell’ambito dell’ultimo quarto di secolo .
Freni ha,infatti, esercitato una funzione strategica di selettore e reclutatore di capacità da mettere al servizio delle istituzioni ,portando ad un livello elevatissimo l’attività degli staff di diretta collaborazione tra personale politico e amministrazione tecnica sia dal punto di vista delle funzioni espletate , sia da quello della selezione di personale adeguato .
Per quanto riguarda il primo punto , Nino Freni è stato uno degli autori del D.Leg.165/2001, che - chiosando tra art.95 e 97 della Cost. - ha cercato di chiarire la divisione dei compiti tra politica ed amministrazione e che all’art. 14 ha individuato negli uffici di diretta collaborazione gli strumenti di supporto e di raccordo con l´amministrazione.
In questo specifico ambito Freni si rendeva conto dell’importanza della funzione di raccordo degli staff , che attenuava in maniera funzionale la “separatezza” eventuale tra politica ed amministrazione e non a caso cercò di riflettere su questo argomento proprio nel momento in cui la “svolta” politica del 2001 metteva alla prova la normativa sul cosiddetto spoil system .
In questa prospettiva problematica risulta estremamente interessante la Tavola rotonda che Freni coordinò per Iter legis,istituzione cui si dedicò all’inizio del terzo millennio ,proprio su Gli staff dei ministri tra indirizzo politico e gestione amministrativa,cui parteciparono Cassese ,Catricalà D’Orta,D’auria,Tivelli, Mancinelli .
Ma è sulla funzione di reclutatore che vorrei terminare,anche perché alcuni dei nomi evocati rientrano nella stessa . Nino Freni è stato un insuperabile un cercatore di pepite ovvero di talenti tecnico-amministrativi da mettere a disposizione delle istituzioni .Il meccanismo era semplice : Freni saggiava il terreno; verificava le capacità e promuoveva i talenti , che dovevano non soltanto avere capacità analitiche , ma anche sintetiche .
Decine di alti funzionari dello Stato e di accademici prestati alla politica sono stati da lui individuati e selezionati al servizio delle istituzioni . Questo è il suo lascito concreto e di importanza non trascurabile nel momento in cui il sistema dei partiti è andato in crisi e la funzione di indirizzo è divenuta ancor più difficile e a corrente alternata . In un ordinamento caratterizzato dall’instabilità di governo cronica e dove il personale politico non rappresenta più la continuità stabilità,oggi è il personale degli staff di diretta collaborazione che cerca di offrire nello sgangherato bipolarismo all’italiana un elemento di continuità e di equilibrio tra i poli .
L’analisi degli staff nell’alternanza tra i governi costituisce in questo senso una interessante conferma di questa ipotesi di continuità e di stabilità , al di là delle fibrillazioni .
Alla costituzione di questo tesoretto Nino Freni ha dato molto ed il suo contributo continua a fruttare.