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Introduzione Presentazione Libro Lucia Annunziata
Introduzione ai lavori -Presentazione del volume di Lucia Annunziata “1977. L’ultima foto di famiglia”. 22 marzo 2007- con la partecipazione di Alberto Asor Rosa.Emilio Gentile,Raul Mordenti

PRESENTAZIONE ANNUNZIATA

1977.L’ultima foto di famiglia,Einaudi,1977

1-A nome della Facoltà di Scienze politiche , del Master in Istituzioni parlamentari e del Centro di Teoria dello Stato do il benvenuto ai relatori e ai partecipanti alla presentazione del volume di Lucia Annunziata 1977.Ultima foto di famiglia, pubblicato nel gennaio scorso dall'editore Einaudi.

In particolare ringrazio il M.R. per la sua presenza.

Nel gennaio scorso ho acquistato e letto di un fiato il volume di Lucia Annunziata, che insegna al nostro Master, e -subito dopo- Le ho proposto di presentarlo nella Facoltà di Scienze politiche , perchè qui a "La Sapienza" sono iniziate molte delle cose cui l'Autrice fa riferimento, ed alcune non ancora concluse .

La recente crisi di governo ha impedito la presentazione del libro alla Residenza Ripetta con Massimo D'Alema (il questurino) e Francesco Cossiga ( il dottor Stranamore ) e ci ha concesso -vera e propria astuzia della ragione- l'esclusiva romana dell'avvenimento .Ciò rende ancor più intrigante l'occasione di questo pomeriggio, cui fornisce ancor più rilievo la presenza di: Alberto Asor Rosa(critico letterario, scrittore, uomo politico italiano e oramai ambientalista) ,Manuela Fraire(psicoanalista che dal 1974 fa parte del movimento femminista ), Emilio Gentile (storico contemporaneo notissimo per i suoi studi sul fascismo e per il rapporto religione politica) e Raul Mordenti(professore ordinario di critica letteraria all' Università di Tor Vergata di Roma,collegato al Movimento 77 e poi ad Avanguardia Operaia ) , tutti personaggi di spicco nei rispettivi settori e tutti attivi nell'area romana durante gli avvenimenti descritti dall'Autrice .

2- Nell'Università "La Sapienza " sia nel 1968 che nel 1977 sono accaduti fatti che hanno influito su tutta la recente storia d'Italia. Qui , proprio nel febbraio 1977, sarebbe stata scattata -secondo Lucia Annunziata- anche l'ultima foto di famiglia della sinistra italiana e commesso un parricidio . Del delitto e degli strumenti utilizzati in quella circostanza parleremo tra poco . Osservo ,però,che da quel 1977 sono passati oramai trenta anni , segnati da molti avvenimenti e da esperienze dolorose per questa Facoltà e -sopratutto- per i suoi giuristi (penso in particolare a Aldo Moro, a Vittorio Bachelet , cui è dedicata quest'aula, e a Massimo D'Antona) , ma è rimasta l'intensa esigenza di capire che cosa sia successo allora ,con quali radici e quali conseguenze.

Si tratta di una ricerca utile non solo per i "superstiti" , nell'ambito di un amarcord reducistico , ma anche per coloro che non hanno vissuto quel periodo e che vogliono confrontarsi con nuove situazioni e sentono l'esigenza di evitare di incorrere in vecchi errori.

Il libro di Lucia Annunziata serve a puntino a questi scopi . E' il racconto di una esperienza personale e di una ricerca generazionale situata , che spiega il percorso di protagonisti di avvenimenti che hanno condizionato la storia dell'Italia contemporanea e che caratterizzano il nostro presente .

Si tratta di un volume smilzo, essenziale, che racconta del rapporto di Annunziata con il padre, dei giovani di allora con le generazioni precedenti , dei partiti e dei movimenti - allora esistenti - con i loro leader e le rispettive basui .

Si tratta di un affresco denso e teso , che riesce a far comprendere ragioni e contraddizioni degli avvenimenti .Alla base del volume si pongono soggetti individuali e collettivi (noi e loro) in un rapporto quasi schmittiano , inseriti - per quanto ci riguarda - in un territorio delimitato dal quartiere di S. Lorenzo da un lato dal Policlinico dall'altro , dalle caserme e dalla Stazione Termini sopra ,dal Verano e dall'Istituto superiore di sanità sotto.

In quest'area abbiamo vissuto il trentennio successivo e per molto tempo essa è stata considerata "zona di nessuno" oppure territorio difficile .

2- Per introdurre la discussione in maniera pragmatica vi dico che parlerò di foto , di famiglie , di parricidi e di sanpietrini.

In primo luogo la foto di famiglia ,cui fa riferimento Lucia Annunziata , impone di chiedersi a quale famiglia e , poi, quale foto faccia riferimento . Nel primo capitolo Annunziata parla sostanzialmente di famiglie politiche, ovvero di gruppi di persone collegate da una medesima origine nel riferimento ai valori politici, e le incrocia con l'esperienza sociale di ciascuno di noi . Nel libro si parla diffusamente dei rapporti interni alle famiglie politiche italiane ed in particolare del duplice parricidio che sarebbe stato operato sia nell'ambito della sinistra che in ambito democristiano nel 1977/1978.

Tuttavia ,è evidente che il volume fa riferimento preferenziale - anche nel rapporto generazionale- alla famiglia politica della sinistra, e rinvia sostanzialmente la trattazione della vicenda democristiana , che si sviluppa l'anno successivo .

All'interno della sinistra il cosiddetto parricidio commesso nel febbraio 1977 avrebbe avuto come oggetto formale Luciano Lama , il segretario generale della CGIL costretto ad abbandonare il cortile della Minerva sotto scorta operaia, ma in realtà il delitto assunse aspetti più complessi in stretta relazione con il significato polisemico del termine parricidio . Con parricidio deve ,infatti, intendersi non tanto ( come comunemente si crede ) l'assassinio del padre(pater-caedere) , ma piuttosto quello dei genitori o un congiunto (parens-caedere ;par-caedere ) , sino ad arrivare al significato obsoleto ( ma in questo caso pregnante) relativo all'uccisione del capo supremo siccome pater patriae .

Il parricidio metaforico o concreto in un ambito come quello degli anni Settanta venne , dunque , a concretizzarsi non soltanto nell'uccisione metaforica o concreta del leader , ma anche nel rifiuto conclamato dell'organizzazione politica prevalente all'interno dell'area di riferimento , con effetti devastanti vista la natura costitutiva dei partiti politici per la stessa società civile italiana del dopoguerra .La crisi dello Stato dei partiti più pesante d'Europa si evidenziò già negli anni '70 e , proprio nel 1977, lo stesso Pci in via di trasformazione genetica venne contestato in maniera aperta dalle nuove generazioni, in particolare da quelle studentesche .Nello stesso tempo ,all'interno del Pci stava incominciando a cedere il centralismo democratico , lo strumento che aveva assicurato per anni la sua capacità di trasformazione .

Il parricidio generalizzato evidenziò elementi di una anomia sociale diffusa, mentre gli obbiettivi di un simile reato potevano essere multipli e molto spesso si concretizzarono in persone isolate .

Per quanto riguarda gli strumenti materiali utilizzati in quei giorni , faccio riferimento a quelli meno sofisticati ma tuttavia pericolosi . In particolare , l'arma utilizzata durante quel 17 febbraio è contenuta in questa scatola di cartone ed è rappresentata da alcuni sanpietrini, che voglio ostendere alla vostra attenzione, in correlazione con alcuni passi del libro.

La pagina 11 del volume è un vero e proprio inno al sanpietrino ,a questo cubo " di pietra scura ,con una faccia liscia e tre appena sbozzate ", a questo" possente pezzo di materia inerte ,dall'innocente aria di giocattolo ,che piega il polso" .

Porto alla vostra attenzione due tipi di sanpietrino: quello più massiccio (di selce ,di basalto o di porfido) caratterizza ancora le strade di S.Lorenzo (l'ho recuperato l'altro ieri mattina tra via dei Volsci e via dei Sabelli abbandonato vicino ad un albero) e questi altri "masselli" più maneggevoli ,che mi sono stati forniti dall'Ufficio tecnico dell'Università e sono ancora utilizzati a "La Sapienza" per la pavimentazione . Dalla descrizione fattane nel libro , è ovvio che Lucia abbia provato il brivido del lancio con il più massiccio stradaiolo , che -scagliato - è divenuto un biglietto di appartenenza scisso dalla destinazione e dall'effetto.

"Nel momento in cui si staccò dalla mano mi riafferò una grande calma - dichiara- , il biglietto era stato pagato ,avevo fatto anch'io omaggio al dio della rivolta".

Bella prosa polemoerotica alla Marinetti , che richiama le analisi di Gaston Bouthoul fondatore della polemologia !Ma il sanpietrino riappare nella redazione de "il manifesto ", osteso alla curiosità e all'ammirazione dei presenti, fino a che l'autorità materna di Rossana Rossanda non ingiunse di metterlo via . Quella pietra rimessa in borsa (una classica tracolla, vera e propria giberna del periodo ) ,venne nuovamente accarezzata perchè aveva avuto il coraggio di volare contro quelli del Pci e questo era "un bel coraggio" .

Immagino i commenti del servizio d'ordine del Pci , ben descritti da Annunziata nella metodicità della difesa e sopratutto di Asor Rosa che oggi li rappresenta . Ma è anche vero che -allora- non si utilizzava soltanto il salvifico sanpietrino e che , proprio in quel periodo , si incominciarono ad usare in maniera sistematica le armi da fuoco, in quella escalation tragica definita con la denominazione "anni di piombo" . Lo ricordo , perchè è sempre bene non dimenticare l'aspetto tragico e cupo di quei giorni ,al fine di non farsi deviare da versioni ludiche e liberatorie degli stessi ,che il tempo a volte favorisce ,ma anche per rimarcare le differenze con il 1968 .

La tesi del volume è ,dunque , che il 1977 costituisca uno spartiacque per la storia dell'Italia contemporanea ,con il frantumarsi di aggregazioni e solidarietà precedenti . Si tratta di un bel libro a più strati e che deve essere compreso nel complesso ,ma analizzato nelle singole parti .

Prima di tutto ,al di della buona penna, a differenza di altri volumi (penso ad Ali di piombo che lo ha preceduto di un mese nelle librerie), in 1977 c'è un'Erlebnis ovvero un'esperienza di vita ed una testimonianza generazionale . Annunziata confronta con la memoria personale e con la sua attualità contemporanea ciò che è avvenuto ieri . Il materiale è ancora caldissimo . La crisi di transizione del sistema politico- costituzione italiano non si è ,infatti, ancora conclusa e alcuni elementi della violenza di allora sono ancora presenti ,così come il processo di dissoluzione e ricomposizione famigliare risulta in progress.

Quando Giuliano Amato , che è stato per circa venticinque anni docente in questa Facoltà, ha riproposto -proprio in occasione dell'incidente che ha impedito a D'Alema e Cossiga di presentare questo volume- il tema di Carlo Lavagna delle maggioranze variabili, è parso evidente - al di là della forzatura dell'operazione - che numerosi aspetti dell'anomalia italiana non siano stati superati ,così come la tensione per il riemergere della eversione armata fa riemergere paure e polemiche mai sopite .

La foto di famiglia evocata dall'Annunziata costituisce , dunque , un fotogramma essenziale di un film ovvero di una pellicola cinematografica o fotografica, che fa riferimento a più famiglie politiche e alle loro interrelazioni ed ai loro scontri .

Il 1968 ,con il movimento studentesco e la protesta operaia , costituì il primo elemento di quella transizione infinita che caratterizza l'Italia tra il XX e il XXI secolo e la certificazione dell'incapacità di una classe dirigente e del ceto politico di innovare razionalmente. In un simile ambito il settore dell'istruzione superiore pubblica ed in particolare "La Sapienza" costituiscono , senza dubbio, un indice empirico , dolente e drammatico , delle contraddizioni colpevolmente irrisolte,che si ripresentano di decennio in decennio .

In questo quadro , dove esiste una cesura formale con il passato ma anche tanti elementi di continuità e di collegamento con lo stesso , Annunziata ci aiuta a ricordare e ad analizzate pezzi della nostra storia , facendola capire ai più giovani nella sua durezza e nelle sue contraddizioni .

Il parterre di relatori riuniti dietro questa cattedra ed il pubblico presente spero costituiranno gli elementi di uno psicodramma collettivo utile a comprendere, indispensabile per non commettere gli stessi errori del passato .